Migliaia di fedeli si sono radunati oggi a Pompei per la Supplica di mezzogiorno alla Madonna del Rosario. A precedere l’antica preghiera una celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero. Sono tanti i pellegrini che in particolare nel mese di maggio raggiungono la cittadina campana per chiedere l’intercessione della Vergine del Rosario.
Tiziana Campisi ha chiesto a mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, quali preghiere rivolgere a Maria per il mondo di oggi:
– Preghiamo innanzitutto per la pace perché possa regnare davvero nei cuori degli uomini e in mezzo ai popoli. Soprattutto in quei luoghi dove più forti sono i conflitti. La nostra preghiera è anche per il Papa, per la Chiesa, perché docili all’azione dello Spirito continuiamo a testimoniare Gesù con la parola e con l’esempio. E un pensiero va anche ai cristiani perseguitati in tante parti del mondo, agli ammalati, a coloro che stanno vivendo difficili prove, sofferenze fisiche e morali, ai profughi. E penso alle nove donne e ai due bambini provenienti dall’Africa sui barconi della speranza che abbiamo accolto qui a Pompei nella nostra casa.
– Qual è il messaggio che da Pompei la Madonna vuole far giungere nei cinque continenti?
– Il messaggio che da oltre 130 anni parte da Pompei e arriva in tutto il mondo nasce dal Rosario, la preghiera mariana dal cuore cristologico che è il fondamento stesso del nostro Santuario. La Vergine Maria, donandoci la corona del Rosario, vuole invitarci a recitare con intensità questa preghiera che si rivela come un vero e proprio itinerario cristologico. Siamo portati per mano da Maria a conoscere meglio nostro Signore, ad imitarlo, soprattutto nei momenti difficili della nostra vita. E in questo mese di maggio, così come ad ottobre, ogni giorno alle 6.30 migliaia di persone iniziano la giornata con il buongiorno a Maria: un momento di preghiera alla Madonna che vuole anche essere un affidamento a Lei delle nostre giornate, delle nostre vite, di tutto il nostro essere.
– L’8 dicembre prossimo il Papa aprirà il Giubileo straordinario della Misericordia. A Pompei state pensando a iniziative specifiche?
– Anche noi apriremo la Porta santa, daremo vita a momenti specifici dedicati a diverse categorie di persone. Ma ciò che è più importante è la disposizione con la quale accoglieremo i pellegrini. Vogliamo fare nostre le parole di Papa Francesco. Il Papa ci ricorda che la Chiesa si deve fare eco della Parola di Dio, una parola che deve risuonare forte e convincente, parola che deve diventare gesto di perdono, di sostegno di aiuto, di amore. Il Papa ci ha ricordato che non dobbiamo mai stancarci di offrire misericordia e di essere pazienti nel confortare e perdonare. Maria è l’avvocata nostra, Maria è lì per intercedere per noi. Che la nostra miseria si possa incontrare con il cuore di Dio e così lasciarci coprire dalla misericordia di Dio per andare avanti. Tutti i giorni sperimentiamo cadute, ma l’importante è, coperti da tale misericordia, andare avanti, rialzarci e ricamminare nella nostra vita cristiana.
– Il messaggio di Maria e la misericordia: quale sintesi custodire nel cuore?
– Guardando a Maria, alla sua vita, possiamo veramente capire cosa sia la misericordia, cercare anche noi di viverla come ci invita a fare Papa Francesco perché se abbiamo creduto all’amore di Dio, anche noi potremo amare a nostra volta con quell’amore che si fa vicino ad ogni situazione di dolore e di bisogno. E vivendo così potremo essere testimoni dell’amore di Dio, aiutare quanti incontriamo a scoprire che anche verso di loro Dio è ricco di misericordia e grande nell’amore.