Il Rosario è tra le pratiche più diffuse, si ispira alla recita del Salmi. Una devozione resa popolare da san Domenico. La suddivisione in misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi risale al XV secolo. Fu san Giovanni Paolo II invece ad inserire i misteri luminosi.

È indubbio che la preghiera del Rosario sia tra le pratiche mariane più diffuse nel mese di maggio. La sua semplice strutturazione favorisce, sia nella recita individuale che in quella comunitaria, l’intimità spirituale ponendo l’orante dall’angolazione della Vergine Maria perché contempli, insieme con Lei, il bel volto di Cristo.

Il salterio del popolo

Quest’antica e popolare preghiera ispirata ai Salmi che solitamente venivano recitati a memoria nei monasteri, nasce per ovviare alla difficoltà di accesso del popolo alla lettura di quest’ultimi: col Rosario il popolo ebbe il suo salterio. Al posto dei Salmi furono inseriti 150 Padre Nostro e solo più tardi le Ave Maria intercalate dal Padre Nostro. Alla preghiera dei Salmi fu quindi affiancato il Salterio della Beata Vergine, recitato soprattutto nelle Compagnie e nelle Confraternite e che fu poi chiamato Rosario a motivo delle corone di rose che nel XIII secolo venivano poste sulle statue della Vergine quale segno delle preghiere più “belle” e “profumate” rivolte a Maria.

Questa devozione, resa popolare da san Domenico, fondatore dell’ordine domenicano, ebbe un ulteriore sviluppo con l’inserimento dei misteri per racchiudere i Vangeli dell’infanzia di Gesù, della sua vita pubblica, della Passione, morte e Resurrezione, già profeticamente velati nei 150 Salmi.

La struttura del Rosario

Pian piano prese forma definitiva anche la preghiera dell’Ave Maria: al saluto dell’angelo nell’Annunciazione a Maria e alle parole pronunciate da Elisabetta furono aggiunte, a completamento, quelle che compongono la seconda parte della stessa. Nel XV secolo, ad opera del domenicano Alain de la Roche, fu apportata la specifica suddivisione dei misteri in gaudiosi, dolorosi e gloriosi e così il Rosario assunse una sua struttura fissa che si diffuse rapidamente in tutta Europa e fu in seguito ratificata da san Pio V, col quale si attribuì alla potenza del Rosario e alla mediazione della Vergine Maria la vittoria contro i turchi nella battaglia di Lepanto e si originò la memoria alla Madonna del Rosario, il 7 ottobre.

Giovanni Paolo II e i misteri luminosi

Solo con san Giovanni Paolo II saranno introdotti i misteri luminosi. «Recitando l’Ave Maria, noi siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della sua vita, perché, come per Maria e per San Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni» (papa Francesco).

Il mese di maggio è come un’esortazione a riscoprire l’importanza e la bellezza della preghiera del Santo Rosario, che ci permette di ascoltare il Signore attraverso la sua contemplazione.

Don Vincenzo Buono

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