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La macchina della solidarietà della diocesi di Nocera Inferiore – Sarno non cessa la propria attività.
“Chi possiede la semplicità nel cuore ha sempre un sorriso da offrire”. Può sembrare una frase ad effetto, e forse lo è, ma racchiude il lavoro di uomini, donne e ragazzi pronti a tendere una mano al fratello indigente, bisognoso di pace, soprattutto in questi tempi in cui la guerra in Ucraina sembra regnare invincibilmente.
La comunità parrocchiale di S. Michele Arcangelo di Nocera Superiore ha accolto con gioia la richiesta della “Casa della Misericordia” di Chortkiv, città situata nel sud-ovest dell’Ucraina, di ospitare per una settimana un gruppo di bambini, facendo trascorre loro giorni sereni, lontani dai rumori della guerra e delle sirene antiaeree che ancora oggi allertano la popolazione.
Nel pomeriggio di domenica 27 agosto i piccoli ucraini sono stati accolti con grande commozione insieme ai loro accompagnatori. Sorrisi e cuori aperti in abbracci che profumavano del “ritorno a casa”, di fratellanza, di comunione nella fede.
Lunedì i bambini ucraini hanno trascorso una giornata al mare, mentre martedì sera sono stati al “McDonald’s” di Nocera Superiore. Martedì sera c’è stata anche l’Alzata del Panno di San Michele Arcangelo, ad un mese dalla festa liturgica, fissata al 29 settembre. Mercoledì, invece, i piccoli ucraini hanno fatto tappa a Pompei, per una visita agli scavi archeologici e al Santuario della Beata Vergine, dove è stata celebrata la S. Messa secondo il rito ucraino. Nelle giornate di giovedì e venerdì ancora mare per i bambini venuti dall’Ucraina in guerra.
Ansiosi di incontrarli e tenerli per mano, ancora una volta persi nell’azzurro dei loro occhi, abbiamo ringraziato il Signore per l’amore che ci ha voluto donare attraverso di loro.
Veri e propri angeli, poiché, oltre a vivere in uno stato di guerra, alcuni di loro sono orfani, mentre altri hanno genitori che vivono varie difficoltà sociali. Senza contare i problemi di natura psichica e motoria. Un vero e proprio dramma nel dramma. Dinanzi a questi tragici scenari solamente la vera carità può squarciare le nuvole dell’odio e chiamare ognuno a mettersi in gioco e donare sé stesso, obbedendo alla legge del proprio cuore.
Ed è in nome di questa legge che il parroco don Giuseppe Perano, attraverso un accorato appello, ha smosso i cuori dell’intera comunità di S. Michele Arcangelo, che ha risposto facendo sentire concretamente la propria vicinanza.
Ma ogni iniziativa parrocchiale è espressione tangibile dell’operato dell’intera Chiesa locale, nella quale la forza della fede prende vita nel lavoro continuo al servizio dei più deboli, perché anche la fede più forte senza le opere sarebbe vana.
Non c’è dubbio che l’impegno evangelico del parroco don Giuseppe, così come quello del Vescovo e dei sacerdoti, porti frutto e grazia lì dove non si intravede un barlume di gioiosa speranza, nella consapevolezza che “quello che diamo non sempre torna, ma quello che diamo è ciò che siamo”.
Antonio Lamberti e Assunta Ferrentino